
La storia della famiglia Nannini
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Nel 2010 il marchio “Nannini” ha festeggiato il centenario; un lungo cammino contrassegnato da numerosissimi successi.

La sua tenacia gli consentì di ottenere, in brevissimo tempo, due importanti incarichi a Siena. Prima diresse la Pasticceria Mosca in via Trieste, poi il mitico Caffè Greco in via di Città, davanti alle Logge della Mercanzia o Casin de’ Nobili, punto di incontro di tutti i senesi.
La sorte fu benevola con Guido perché incontrò alcuni brasiliani di passaggio che gli parlarono della lavorazione del caffè, un’arte assai poco conosciuta a quel tempo, ma assai diffusa nel loro Paese. Non si lasciò sfuggire l’occasione di essere fra i primi, nella zona, ad imparare tecniche e segreti di questa particolare attività che, con il tempo, gli sarebbe tornata molto utile. Ottenuta una patente per vendita di “privative” aprì a Siena, in un fondo di via Garibaldi, una rivendita di tabacchi.
Era il 1909, aveva poco più di vent’anni. Con il suo proverbiale “fiuto” scoprì, poco dopo, che a Milano, in Via Parini, un tal Desiderio Pavoni conduceva una piccola officina dove produceva una macchina a vapore per caffè. Guido Nannini, intuito l’affare, comprò una di queste macchine per il suo locale, iniziando anche l’attività di bar. Fu il primo, in città, a sostituire la vecchia caffettiera con una macchina rivoluzionaria che produceva una bevanda talmente gradevole da conquistare, in breve tempo, una fitta schiera di estimatori. Iniziò la scalata verso il successo e la notorietà. Questo innovativo locale, che figura nella guida-almanacco senese “Il Mangia” del 1911, venne chiamato “Bar Ideale”. Nella sua mente il Bar Ideale era soltanto un punto di partenza verso obiettivi più ambiziosi. Nel 1919 aveva iniziato l’esercizio di bar e commestibili nel negozio “Gran Bar-La Conca d’Oro”, situato nella centralissima piazza Umberto I, oggi piazza Matteotti. Nel locale iniziò a occuparsi anche della torrefazione del caffè, memore dell’arte appresa quasi per caso da quei sudamericani di passaggio. Anche in questo caso fu un pioniere assoluto in città. Vi aggiunse, nel 1922, l’esercizio di fiaschetteria, dopo aver ceduto il “Bar Ideale”.